CEA e CAS Oggi. Recente Expert Meeting a Modena.
Si é da poco concluso un interessante Meeting a Modena organizzato da Gioacchino Coppi e Enrico Vecchiati su un tema molto dibattuto : CEA e CAS. In apertura di lavori Coppi ha sottolineato l’importanza di quella “e” al posto della “o”. Questa la sua introduzione ai lavori: “ Il trattamento della stenosi carotidea rimane una delle attività più
frequenti del chirurgo vascolare. Le tecniche endovascolari sono entrate in campo con attese non confermate da studi randomizzati, datati e lacunosi, che hanno risentito della conflittualità delle competenze dei vari attori sul palco. Il chirurgo vascolare rimane il protagonista principale nella CEA e nella correttezza delle indicazioni, e può essere anche il primo attore nelle procedure endoluminali. Alla luce di questo, l’incontro tra esperti chirurghi ma aperto al contributo di neurologi, neuroradiologi, radiologi e cardiologi , può essere utile alla definizione della corretta
attuale collocazione della metodica endovascolare nella patologia carotidea , non più vista come alternativa alla chirurgia aperta ma piuttosto come integrativa, facendo luce sui vantaggi e svantaggi delle due metodiche nel
caso in cui entrambe possano essere indicate e proponibili.” Oltre alla presentazione e discussione di casi particolari ed esperienze riportate da diversi colleghi, si è parlato anche di trials in corso (aggiornamento anche sui dati ACST2 da parte di Hallison Halliday – Italia per ora al primo posto per pazienti arruolati) e di indicazioni, protocolli e linee guida. Di notevole interesse il contributo dei neurologi dell’equipe di Giovanni Malferrari (Presidente SINV) che ha sottolineato l’importanza del TC doppler (nuovo sistema ad occhialino) nel monitoraggio pre, intra e post procedurale oltre che nella corretta indicazione e selezione del paziente (definizione di placca a rischio mediante US) da sottoporre a intervento open o endovascolare. Altro interesse: la revisione critica di Roffi (Ginevra) sui principali trials randomizzati di confronto CEA/CAS con particolare accento sulla scarsa esperienza di centri e operatori nel braccio CAS rispetto al braccio CEA nei trials che concludono per ora a favore (non di tanto) della CEA. Insomma, la partita a scacchi tra CEA e CAS è in corso. Il messaggio modenese è comunque in quella “e”: non si tratterebbe di una partita. Tempi sempre duri per gli estensori delle linee guida, che devono sì tener conto della medicina basata sulle evidenze e quindi dei trials che vedono all’apice le revisioni sistematiche e i randomizzati controllati ma devono poter considerare anche le consensus e il giudizio ponderato degli esperti che non possono prescindere dalle valutazioni sul mondo reale, al quale le linee guida vanno in fine dei conti applicate.