Brexit. Cambia qualcosa? Post di Gaetano Lanza.
Anche noi siamo stati colpiti dalla Brexit. Anche noi dedichiamo il nostro modesto spazio alla notizia della settimana: Brexit sì! Eravamo anche noi convinti, come tutti, che il verdetto del referendum sarebbe stato Brexit no! E invece la doccia fredda al mattino. L’Inghilterra è un’isola staccata dall’Europa. E’ un’isola a sé. Non è e non sarà più Europa. E il divorzio non sarà consensuale, dice Juncker. Bisognerà fare anche in fretta a separarsi. Ma per quanto si faccia in fretta passeranno almeno due anni e più. Ma non diciamo balle! In realtà il divorzio c’è già. E’ nell’animo di tutti, sia inglesi che europei (separazione già legittima!). Non è più come prima e poche ore dopo il referendum, che rimarrà ormai scolpito nella storia come uno spartiacque.
E quello che si teme è l’effetto domino in altri Paesi. Abbiamo sentito in questi giorni dire in TV da alcuni politici, un po’ estremisti, che l’Europa in realtà non è mai esistita e che non hanno nulla in comune gli scandinavi con gli italiani ecc. Forse è anche vero. Ma non è forse bello sentirti uniti, sentirsi fratelli, anche se diversi, sentirsi su una stessa barca ? Anche perché è sempre meglio stare su una barca più grande e più solida, specie se il mare (dell’economia e della politica) è spesso in burrasca. Chi attraversa il Mediterraneo lo sperimenta.
Vediamo cosa potrà cambiare per la Sanità. Qui i pareri sono discordi.
Intervistata prima dell’esito del referendum la Ministra Lorenzin affermava. “La Brexit? Sarebbe una sciagura. Finora non si è parlato dell’enorme impatto che questo avrebbe sul servizio sanitario inglese, che già sta fronteggiando enormi difficoltà…La Brexit comporterebbe un calo dell’assistenza di 134 euro pro capite e inciderebbe su ricerca e sviluppo. Non dobbiamo dimenticare che in Gran Bretagna ora c’è l’Ema- l’Agenzia europea del farmaco- e in caso di Brexit dovrebbe trasferirsi e questo comporterebbe uno svuotamento di professionalità”. “Non si è parlato nel dibattito sulla Brexit – osservava ancora Lorenzin – del valore dell’assistenza sanitaria nella zona euro. Dobbiamo far passare il tema dell’assistenza sanitaria a tutti. Ma già ora i cittadini italiani che vanno in Gran Bretagna per lavoro avrebbero diritto alle cure solo dopo 5 anni”, conclude il ministro stigmatizzando una riduzione dell’assistenza sanitaria in Gran Bretagna per i cittadini italiani e anche in Italia per i cittadini inglesi.
Altro timore più che fondato: il fatto che la Gran Bretagna che ora accede ai fondi europei per la ricerca non potrà più accedervi, e essa è una vera locomotiva per la ricerca in Europa, alla quale locomotiva siamo attaccati, spesso all’ultima carrozza, anche noi italiani. In qualche modo questa ricerca targata UK si fermerà e con essa si fermerà anche la nostra. Qualcuno però afferma, senza torto, che sarà questa un’occasione più propizia perchè l’Italia faccia più richieste e acceda più di prima ai fondi europei, che non avranno più il monopolio (si fa per dire) inglese.
Non dello stesso parere su questo punto è Veronesi: “Sono convinto che in ogni caso la comunità scientifica internazionale potrà mantenere i suoi rapporti con la Gran Bretagna, anche se potrebbe succedere che alcuni enti europei che attualmente hanno sede a Londra, per esempio l’Agenzia del farmaco Ema, dovranno cambiare sede”. “La scienza non ha barriere” affermano alcuni ricercatori italiani che hanno contratti di ricerca in UK. Speriamo per loro, aggiungiamo noi.
Per gli studenti in Medicina? I progetti Erasmus con UK non ci saranno più, se non subentreranno accordi particolari, per cui non sarà più possibile il libero scambio tra studenti dei due Paesi. Idem e sarà più dura per gli specializzandi attraversare la Manica.
Una cosa è certa. Qualcosa è già cambiato. Nel nostro inconscio sentiamo che gli Inglesi si sono allontanati, anche se in pochissimo più della loro metà, ma questa metà ha trascinato l’altra. Non che prima fossero così vicini, o li sentissimo così vicini, come afferma Juncker. Ma eravamo nella stessa casa comune. Adesso non abitano più con noi.
Ma chissà che proprio la Scienza e la Medicina (Chirurgia Vascolare compresa) non ce li facciano sentire sempre a casa !